07. ottobre 2025

Bruxelles vorrà tassare direttamente anche le imprese svizzere?

Quando si parla di finanze, il giurista d’impresa e finanziere Tito Tettamanti non è certo uno che si lascia ingannare. E infatti, per la rivista «Nebelspalter», ha analizzato le previsioni di bilancio dell’UE per il periodo 2028–2034. Periodo per il quale l’UE richiede ben 2000 miliardi di euro, ossia 800 miliardi di euro in più rispetto al periodo precedente, pari a un incremento di oltre il 50 percento. Denaro che «proviene dalle tasche dei contribuenti dei singoli Stati e che si aggiunge alle uscite nazionali», chiarisce Tettamanti.

I doppioni procedurali dell’UE – fino in eSwatini

Quali sono i motivi alla base di questa esplosione delle spese? Tettamanti indica «l’assunzione di sempre più compiti da parte dell’UE e la volontà di sostituire gli Stati nazionali in molte funzioni», cosa che comporterebbe «costosi e complicati doppioni procedurali». Secondo Tettamanti, ad esempio, l’UE – in concorrenza con i ministeri degli esteri dei 27 Stati membri – vorrebbe una competenza propria per la politica estera, con circa 150 ambasciatori. E così l’UE ha persino ambasciate proprie alle Barbados, a Capo Verde, in eSwatini e alle Figi.

Eurodeputati – un trattamento principesco

È chiaro che anche i 720 deputati del Parlamento europeo non devono vivere di stenti. Percepiscono oltre 10 000 euro al mese, a fronte di quattro giorni di lavoro a settimana per 11 mesi. A questa cifra si aggiungono «un’indennità per spese generali» di 4950 euro al mese e un forfait giornaliero di 350 euro.

«Ovviamente hanno diritto al rimborso delle spese di viaggio, delle spese mediche e alla copertura assicurativa, oltre che a un’indennità transitoria e[UT1]  una rendita al termine del loro mandato», aggiunge Tettamanti. L’UE sborsa anche per pagare i costi di uno o più «collaboratori personali». E così, senza troppe esitazioni, una fantasiosa deputata della regione di Como ha assunto sua madre come assistente.

Anche il desiderio della Francia che il Parlamento europeo abbia anche una sede a Strasburgo oltre che a Bruxelles pesa sulle finanze. Solo le spese di trasferimento ammontano a 150 milioni di euro all’anno.

In contraddizione con la cultura svizzera

Tettamanti, tuttavia, guarda oltre i numeri ed evidenzia «il forte contrasto tra la struttura dell’UE e la nostra». Con gli accordi quadro con l’UE «non ci vincoleremmo solo all’UE, ma anche a una data maniera di concepire l’amministrazione degli affari pubblici». L’assenza di un controllo sui costi «è in diretta contraddizione con la nostra cultura politica in Svizzera».

Per Tettamanti, è particolarmente allarmante che l’UE abbia anche intenzione di applicare direttamente imposte su grandi imprese e tabacco. In tale contesto, vuole persino ricorrere a possibili dazi doganali e forme di imposta sul valore aggiunto. Per Tettamanti già da ora è chiaro che, «prima o poi», l’UE troverà un modo «per esigere quelle imposte anche dalla Svizzera».