economiesuisse combatte contro la regolamentazione – e per la più grande ondata di regolamentazioni della storia
«Il territorio ha bisogno di un esercizio di forza», scrive il presidente di economiesuisse Christoph Mäder in una newsletter, lanciando un triplice allarme. Esorta il Consiglio federale a semplificare le ordinanze, lanciare una moratoria normativa e istituire un gruppo di esperti per le riforme strutturali.
Bruxelles ordina, Berna mette in atto
Ma ora ci si strofina gli occhi: la stessa economiesuisse, che presumibilmente si oppone alle regolamentazioni, si batte per gli accordi quadro con l’UE – accordi che travolgerebbero la Svizzera con un’imponente valanga di regolamentazioni.
«Gli accordi con l’UE comportano la più grande ondata di regolamentazioni della storia», afferma lo storico economico Prof. Tobias Straumann alla «SRF».
La realtà è che, secondo il cosiddetto metodo dell’integrazione, la Svizzera dovrebbe recepire automaticamente oltre l’80 percento delle leggi di Bruxelles. Senza discuterne in Parlamento e senza consultare la popolazione.
«È vero che possiamo dire di no nel caso di questioni importanti, ma l’accordo prevede già che in tal caso saremo sanzionati», spiega Straumann. Le provocazioni – spesso illegali – finora praticate dall’UE verrebbero così addirittura istituzionalizzate.
I funzionari economici si contraddicono a vicenda
Straumann non vede vantaggi economici negli accordi quadro con l’UE. Le aziende di tecnologia medica fanno già certificare i propri prodotti nell’UE perché è più economico. Per le aziende orientate all’esportazione non cambierebbe nulla.
Straumann ritiene che la posizione assunta dalle associazioni economiche quali economiesuisse e Swissmem sia «molto contraddittoria»: «Le associazioni stesse mi ripetono in continuazione quanto sia grave la regolamentazione in Svizzera.»
Nel contempo, ci portano direttamente in casa l’evidente burocrazia esagerata dell’UE.