27. maggio 2025

Ora anche l’NZZ cambia idea: si sta assottigliando il ghiaccio per il Consiglio federale

L’«NZZ» è ancora un sismografo del centro borghese. E se perfino lui mette in discussione le motivazioni del Consiglio federale, in Svizzera è in atto uno spostamento tettonico.

In parole povere, il Consiglio federale è sempre più solo. La sua tesi, secondo cui gli accordi quadro con l’UE non richiederebbero la maggioranza dei Cantoni, contraddice il senso e lo spirito della democrazia svizzera effettiva. Come osserva Katharina Fontana, redattrice dell’NZZ, il Consiglio federale agisce puramente in modo «politico e tattico». Ecco le sue argomentazioni.

1. Il legame istituzionale con l’UE cambia la Svizzera. Con gli accordi quadro, la Svizzera deve recepire automaticamente il diritto comunitario. È vero che potrebbe sollevare contestazioni con un referendum legislativo, ma incorrerebbe poi in sanzioni. Ne sono un assaggio le provocazioni già lanciate dall’UE fino ad oggi. Le votazioni libere sono ben diverse.

2. Gli accordi quadro con l’UE prevalgono sulla Costituzione federale svizzera. È vero che l’elettorato svizzero potrebbe ancora presentare iniziative popolari, ma non verrebbero attuate se non fossero gradite all’UE. Lo ha già dimostrato l’iniziativa contro l’immigrazione di massa.

3. La Conferenza dei governi cantonali (CdC) è sulla strada verso l’assurdità. La CdC afferma di parlare a nome di tutti i 26 Cantoni. Ma come gli USA, la Svizzera è uno stato federale composto da Stati indipendenti, appunto i Cantoni. Agirà mai nel loro interesse la CdC, privandoli della rispettiva voce su una questione chiave? Tra l’altro, la CdC è stata fondata da funzionari e non ha alcuna legittimità democratica.

4. Lo spirito del tempo cambia, le istituzioni restano. «Il federalismo e la democrazia diretta sono le due caratteristiche della Svizzera per eccellenza, rendono il Paese affidabile e vicino alla cittadinanza», scrive l’«NZZ». Quindi, gli amici borghesi dell’UE si sono dimostrati grati ai «campagnoli» che hanno affondato l’iniziativa per imprese responsabili. Ma non tollerano opposizioni quando vogliono «modernizzare» la Svizzera trasferendo la legislazione a Bruxelles.

5. La maggioranza dei Cantoni è una maggioranza qualificata. Nella votazione sullo SEE, il Consiglio federale si è dimostrato così sensibile da sottoporre la questione a una doppia maggioranza: quella del Popolo e quella dei Cantoni. Adesso vuole aggirare questi ostacoli per legare la Svizzera all’UE. In ogni caso, per raggiungere la maggioranza dei Cantoni dovrebbe bastare una maggioranza popolare che va dal 55 al 58 percento, come scrive l’«NZZ». La maggioranza dei Cantoni equivale quindi a una maggioranza qualificata.

autonomiesuisse ritiene quanto segue: per coerenza, chi sostiene una politica aperta ed equa deve legittimare nel modo più democratico possibile una questione cruciale come il legame con l’UE.