Dopo la fine dell’accordo quadro arriva la prossima discussione politica. L’UE vuole mantenere la pressione sulla Svizzera con il suo boicottaggio dell’accordo sugli ostacoli tecnici al commercio, scrive Dominik Feusi nella rivista «Nebelspalter». I sostenitori dell’UE stanno usando questo per la loro campagna propagandistica. Allo stesso tempo «qualsiasi miglioramento, per quanto piccolo, delle condizioni quadro in Svizzera» porterà all’economia svizzera, soprattutto anche alle PMI, più di qualunque cosa che l’UE abbia mai promesso. L’ambasciatore dell’UE Petros Mavromichalis è andato dritto al punto: la Svizzera può scegliere solo tra l’adesione all’UE, l’adesione allo SEE e fondamentalmente gli stessi accordi quadro. In alternativa vi sarebbe solo il libero scambio. Perché per l’UE la via bilaterale è finita, come constata Feusi: o la Svizzera «si concentra sul mercato interno dell’UE o rimane aperta al mondo». Questo significherebbe che potrebbe avere più senso rifinire le condizioni quadro nazionali per essere competitivi a livello globale, piuttosto che concentrarsi unilateralmente sulle vendite nell’UE. Allora però non dovremmo, come propone il Consiglio federale, «adottare le norme UE come riserva per avere condizioni quadro ugualmente peggiori come nell’UE, ma deliberatamente regolamentare meno e meglio per rimanere competitivi a livello globale.»