Il contrario di «bene» è «ben intenzionato». E «ben intenzionate» sono molte direttive dell’UE. A sostenerlo non sono gli scettici elvetici dell’UE, bensì il Dott. Daniel Stelter nel podcast tedesco di economia «bto – beyond the obvious – featured by Handelsblatt». Con i fatti dimostra che la situazione economica della Germania e dell’UE è peggiore di quanto i politici vogliano farci credere. Gli sforzi profusi dalle aziende per soddisfare i requisiti statali sono in aumento. Sempre più aziende voltano le spalle alla Germania. Di recente, il colosso della chimica BASF ha deciso di ridurre drasticamente la sua produzione nel Paese. È meno noto che i burocrati dell’UE hanno un impatto devastante anche sulle persone, con conseguenze che possono essere fatali. La colpa è del regolamento sui dispositivi medici, il cosiddetto «Medical Device Regulation» (MDR), entrato in vigore nel 2021. Secondo l’Associazione delle Camere dell’Industria e del Commercio tedesche, la «Deutsche Industrie- und Handelskammer» (DIHK), la direttiva «ben intenzionata» ha più che raddoppiato i costi del processo di autorizzazione dei dispositivi medici. La procedura, inoltre, talvolta richiede il triplo del tempo rispetto a prima dell’entrata in vigore del regolamento. Questo cocktail di veleni burocratici fa lievitare i costi dei dispositivi medici e nega ai pazienti l’accesso a terapie innovative, riducendo le possibilità di guarigione e peggiorando la qualità della vita. Le aziende dell’UE rischiano di perdere il contatto con il mercato mondiale. Che esiste un’alternativa, ce lo dimostrano gli USA: negli ultimi anni hanno accelerato il processo di autorizzazione. C’è da chiedersi se abbia davvero senso che la Svizzera adotti sconsideratamente direttive come la MDR, solo perché il Consiglio federale vuole un accordo quadro 2.0 con l’UE. Quando si sveglierà – finalmente – economiesuisse?