29. luglio 2024

Si auspica un dibattito aperto ed equo sull’UE!

«Jans kann’s» (Jans può farcela) titolava il «Weltwoche» quando Beat Jans ha iniziato il suo mandato di Consigliere federale. Adesso si sta diffondendo da più parti la disillusione. Nell’«NZZ», infatti, Beat Jans ha elogiato esageratamente la soluzione pacchetto con l’UE. Ha addirittura affermato che, grazie a un rapporto regolamentato con l’UE, la Svizzera acquisirebbe maggiore sovranità.

Ha replicato l’ex Consigliere federale Ueli Maurer, sempre nell’«NZZ»: «Si tratta di una distorsione quasi malvagia dei fatti. Come si può rafforzare la sovranità e l’autodeterminazione delle svizzere e degli svizzeri se le decisioni vengono prese non da noi ma da Bruxelles?» Ciò metterebbe a repentaglio l’indipendenza della Svizzera.

«Beat Jans e Ueli Maurer non agiscono in modo magistrale», ha dichiarato al «Blick» il presidente del PLR Thierry Burkart. Ma una cosa è chiara per lui: «È estremamente sconveniente in termini di tattiche di negoziazione, che Beat Jans, in qualità di rappresentante del Governo non responsabile del dossier, segnali alla controparte, prima ancora che i negoziati siano conclusi e che l’intero Consiglio federale abbia preso posizione, che la Svizzera ha bisogno praticamente di qualsiasi risultato e che quindi lo accetterebbe.» A qualcuno sorprende che la rivista «Nebelspalter» abbia definito il Consigliere federale come l’«impacciato del giorno»?

Jans e Maurer meritano lodi, non rimproveri – scrive Arthur Rutishauser, caporedattore del «SonntagsZeitung». Perché dovremmo discutere dei trattati con l’UE. «Alla, fine ci sarà una perdita di sovranità perché la Svizzera dovrà adottare le leggi dell’UE pertinenti e le evoluzioni delle stesse. Come tutto ciò sia compatibile con la democrazia diretta rimane un mistero. Non ci saranno praticamente più referendum sui temi in questione, perché non si potrà dire di no senza complicare le cose.»

Con queste premesse, anche autonomiesuisse auspica un dibattito aperto e sincero sugli accordi con l’UE. È comunque inaccettabile che un Consigliere federale da un lato non si esprima nei confronti dell’opinione pubblica svizzera sui negoziati con l’UE, ma dall’altro dia precipitosamente il via libera alla controparte di Bruxelles su tutto il campo senza consultazioni collegiali. Così facendo, il Consigliere federale rivela inutilmente la sua posizione negoziale.

A prescindere dal fatto che si sia favorevoli o contrari a un legame istituzionale con l’UE, autonomiesuisse sollecita una discussione senza un’agenda nascosta. Dal mandato negoziale del Consiglio federale emergono chiaramente tre aspetti:

1. Gli accordi quadro 2.0 comportano una perdita irrevocabile di sovranità e degradano sostanzialmente la democrazia diretta a un esercizio folcloristico.

2. A lungo termine, gli effetti negativi del pacchetto di trattati con l’UE prevalgono su eventuali vantaggi formali a breve termine. Perché distruggono i vantaggi economici della Svizzera.

3. I trattati limitano drasticamente i principi vincenti di sussidiarietà e federalismo. Poiché tali principi sono sanciti nell’art. 1 della Costituzione federale, è assolutamente indispensabile la maggioranza dei cantoni.