Nel «Corriere del Ticino» l’ex Consigliere di Stato e imprenditore Tito Tettamanti commenta la Brexit in punta di penna. Accennando alle argomentazioni di autonomiesuisse, sostiene che l’accordo dei britannici dimostri come, nei negoziati con l’UE, si ottengano risultati migliori se li si affronta senza timore reverenziale e senza paura di ricatti. Osserva, poi, che il divorzio tra Gran Bretagna e UE era prevedibile – «non tanto per le controversie sui diritti di pesca (…) ma piuttosto perché le due parti hanno opinioni opposte su cosa sia lo stato.» Per «rimanere sé stessa», la Gran Bretagna non avrebbe avuto altra scelta che optare per la Brexit. A detta di Tettamanti, l’UE peccherebbe di internazionalismo, nonché del «potere dei tecnocrati», che vorrebbero limitare sempre di più i diritti democratici. Il contro-modello ritiene sia una visione che rispetti la democrazia, la storia, i valori, l’economia e le convinzioni anche degli stati più piccoli. Come in Inghilterra, anche in Svizzera sarebbe «evidente l’incompatibilità tra i due concetti.» Laddove l’Inghilterra difende la sovranità nei confronti dell’UE, quindi, «noi svizzeri dobbiamo esserne grati».