Ex capo economista di Economiesuisse: i cantoni stanno distruggendo il federalismo?
La Conferenza dei governi cantonali dà il via libera al Consiglio federale per i negoziati con l’UE – seguendo il vecchio modello dell’accordo quadro istituzionale fallito. Tra le altre cose, la Conferenza si sofferma sull’adozione dinamica del diritto comunitario e accetta la composizione delle controversie da parte della Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE). Alla Conferenza dei governi cantonali, istituita solo nel 1993, manca la legittimità democratica per esprimersi sulle questioni europee, come osserva il Dott. Rudolf Walser, ex capo economista di Economiesuisse ed ex esperto di Ex-Avenir Suisse, sulle pagine del «Weltwoche». Se ora la Conferenza sostiene ciecamente il Consiglio federale nell’integrazione europea, si dà la zappa sui piedi. Ecco il motivo: con la «logica dell’integrazione si aggiungerebbe, per così dire, un quarto livello di regolamentazione al sistema politico svizzero costituito da tre livelli: federale, cantonale e comunale. La ricerca in economia politica dimostra che, con una struttura istituzionale così sovraccarica, sarebbero proprio i cantoni ad avere la peggio», sostiene Walser. Ai sensi della Costituzione federale, il federalismo è un «sistema di non centralizzazione». Ciononostante, si tende alla centralizzazione della legislazione, che si riflette nella crescita incontrollata dei bilanci e delle amministrazioni statali. Walser fa appello alla Conferenza dei Cantoni affinché assolva al suo ruolo di «custode autoproclamata del federalismo» e valuti senza pregiudizi tutte le possibili opzioni per definire i futuri rapporti con l’UE. Un accordo globale di libero scambio basato sul modello UE-Canada, ad esempio, può creare prosperità per entrambi i partner – secondo il motto: «Libero scambio anziché accordo quadro, accesso al mercato anziché integrazione nel mercato».