26. marzo 2024

Trasferimento di competenze irreversibile e massiccio a Bruxelles

L’avvocato Dott. Christoph Rohner ha esaminato nei singoli dettagli ogni frase del «Common Understanding» tra la Svizzera e l’UE. Il risultato è preoccupante, come afferma nella sua analisi nella testata «Die Ostschweiz». Da un lato, l’esperto legale osserva che nelle controversie tra la Svizzera e l’UE, ad esempio, rimangono aperte numerose problematiche. Dall’altro, evidenzia quanto sia illusoria l’affermazione del Consiglio federale di aver raggiunto «importanti progressi» con la soluzione pacchetto presentata. Questo perché, tra le altre cose, i numerosi legami istituzionali comprometterebbero l’«approccio settoriale». Rohner giunge alla stessa conclusione di autonomiesuisse: il «Common Understanding» è «vino vecchio in bottiglie nuove». Si può sperare che la Svizzera possa ancora negoziare dei miglioramenti? Rohner fa cenno di no. Ritiene che un accordo basato sul «Common Understanding» comporterebbe trasferimenti di competenze irreversibili a Bruxelles, che «modificherebbero in modo massiccio la struttura costituzionale della Svizzera». Chi sia la parte negoziale più forte si vede dai dettagli: l’UE ha fissato la scadenza per un accordo entro la fine dell’anno. In tal senso, impone che i meccanismi istituzionali vengano applicati anche a tutte le future regole di accesso al mercato. Le eventuali eccezioni all’adozione dinamica dei diritti sono formulate in modo vago e possono cambiare fino alla conclusione del trattato. Anche in merito ai «contributi di coesione da aumentare prima dell’entrata in vigore dell’accordo quadro (…)  la parte contraente più forte dovrebbe dire di cosa (…) è soddisfatta», scrive Rohner. autonomiesuisse conclude: la Svizzera deve stare attenta a non finire così: «solo spese e nient’altro.»