26. luglio 2021

Il settore medtech capovolge la situazione: le misure dell’UE non sono ammissibili

Non appena il Consiglio federale ha fatto saltare l’accordo quadro con l’UE, l’Unione europea è subito tornata alla carica. Lo stesso giorno quest’ultima ha disposto l’invalidità della certificazione svizzera per i prodotti di tecnologia medica. In Svizzera esistono circa 350 aziende attive nel settore medtech. Finora sono 54 le ditte colpite dalla modifica della prassi imposta dall’Unione europea e che adesso si dovranno ricertificare per poter esportare nell’UE anche in futuro. Ma il settore di tecnologia medica, anziché lamentarsi, ha deciso di prendere in mano la situazione, come spiega il Tages-Anzeiger. Dopo aver consultato l’associazione di categoria Swiss Medtech, Medtech Europe ha incaricato lo studio legale Sidley Austin di eseguire una perizia. Ed ecco qua che questa ha messo a nudo una violazione da parte dell’UE delle normative vigenti su addirittura tre fronti; la decisione dell’Unione europea violerebbe infatti il diritto comunitario nonché il diritto dell’OMC e lo specifico accordo sull’abolizione degli ostacoli tecnici al commercio («Mutual Recognition Agreement», MRA) nel settore medtech. Per di più, l’Unione europea non ha mai annullato l’MRA. I legali suggeriscono quindi di intraprendere un’azione legale contro le misure dell’UE. Il Consiglio federale avrebbe diverse possibilità per intervenire contro il discutibile comportamento dell’Unione europea, ha spiegato Daniel Delfosse di Swiss Medtech, come riportato nell’articolo della stampa. Il settore inoltre mira a non limitarsi semplicemente ad accettare la decisione dell’UE (anche in vista di future decisioni che potrebbero colpire altri settori dell’economia). Secondo Delfosse la perizia eseguita ha già dimostrato la sua efficacia: «La Commissione europea ha dato istruzioni ai suoi Stati membri di non trattenere più i prodotti svizzeri alla dogana.»