06. gennaio 2023

Su questi tre punti il Consiglio federale deve tener testa all’UE

Da quando, 30 anni fa, il Consiglio federale ha presentato la domanda di adesione all’UE, la politica svizzera in materia si è distinta in diverse occasioni per azioni rapide che hanno messo di buon umore i funzionari dell’UE, ma non rispecchiavano la volontà dell’elettorato svizzero. Se è vero che finora è stato possibile rimediare a questo tipo di errori del passato, adesso il Consiglio federale non può ripeterli. Invece di lasciarsi abbagliare dalla «dinamica positiva con l’UE» (testuali parole di Ignazio Cassis), il Consiglio federale deve concentrarsi su quanto avviene concretamente nella politica – come le provocazioni dell’UE nei confronti della Svizzera – e adoperarsi per garantire un futuro al modello di successo di una Svizzera aperta al mondo, innovativa e libera. Questo è possibile solo se la Svizzera mantiene la sua libertà d’azione. autonomiesuisse esorta pertanto il Consiglio federale a tenere testa all’UE su almeno tre ulteriori punti nei futuri colloqui esplorativi:

1. Se la Svizzera deve recepire in modo dinamico il diritto comunitario, in caso di decisioni del Parlamento e votazioni popolari divergenti si deve poter ricorrere a un equo «opting out».

2. Il consolidato accordo di libero scambio con l’UE del 1972 non può essere incluso nel pacchetto.

3. È necessario disporre di un tribunale arbitrale neutrale per le controversie. La Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE) non è adatta a questo scopo, in quanto rappresenta la controparte.

Per rendere più incisive le sue rivendicazioni, autonomiesuisse ha inviato un comunicato stampa ai media svizzeri.