28. febbraio 2022

Il nuovo orientamento del Consiglio federale è corretto

Il 25 febbraio 2022, il Consiglio federale ha respinto chiaramente un «accordo quadro 2.0», cosa che autonomiesuisse accoglie con favore. Ci sono vantaggi nel proseguire il percorso bilaterale e disciplinare le questioni istituzionali – come l’adozione dinamica dei diritti e la composizione delle controversie – con l’UE nei vari accordi specifici sul mercato interno, come ha intenzione di fare il Consiglio federale. Per approfittare delle opportunità, tuttavia, ci sono alcuni punti da considerare:

in caso di adozione dinamica dei diritti, è necessario prevedere la possibilità di opting-out secondo le regole dell’OMC. La risoluzione delle controversie deve avvenire in comitati bilaterali, nonché dinanzi a un tribunale arbitrale neutrale. Bisogna rinunciare alle ghigliottine. L’accordo di libero scambio deve rimanere in vigore indipendentemente dalle nuove regole. Parallelamente ai negoziati, la Svizzera deve svolgere i suoi compiti a casa. Tra questi, rientrano l’avvio dell’autosufficienza energetica, l’abbattimento degli ostacoli burocratici e la conclusione di nuovi accordi di libero scambio. Vanno perseguiti anche altri accordi di ricerca. Vale la pena considerare l’introduzione del principio «Cassis de Dijon-plus» per promuovere il commercio. Laddove, nonostante tutto, i colloqui con l’UE non producessero risultati, il Consiglio federale dovrebbe proporre all’UE un moderno accordo di libero scambio, paragonabile al CETA tra l’UE e il Canada.