02. febbraio 2022

Economiesuisse: «La Confederazione deve valutare un’azione legale contro l’UE»

Dalla fine dell'accordo quadro, l’UE sta dimostrando di essere creativa quando si tratta di discriminare la Svizzera. Ad esempio, rifiuta di riconoscere ai prodotti svizzeri del settore medtech la sua certificazione. Ed esclude la Svizzera dal programma di ricerca Horizon Europe, mentre permette a Paesi come la Tunisia di partecipare. Per evitare queste provocazioni, il Consiglio federale confida nel dialogo con l’UE. A questo scopo, vuole concedersi due anni per analizzare la situazione – un periodo troppo lungo, come avverte il presidente di economiesuisse Christoph Mäder nel quotidiano «Blick». Egli inasprisce i toni nei confronti dell’UE. Se l’UE si rifiuta di applicare gli accordi esistenti, «vanno valutate e attuate delle misure giuridiche», dichiara in un documento di Economiesuisse. Nel concreto, l’associazione chiede alla Confederazione di sostenere le aziende che vogliono difendersi dalla discriminazione. Oppure la Confederazione deve citare l’UE direttamente dinanzi alla Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE) o dinanzi all’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC). L’associazione mantello dell’economia, inoltre, esige dal governo una strategia chiara: se intende proseguire il percorso bilaterale, è necessario risolvere le questioni aperte riguardanti la libera circolazione delle persone, l’adozione dei diritti e la risoluzione delle controversie. Se il governo non vede soluzioni possibili, deve elaborare un’alternativa come, ad esempio, perseguire un accordo di libero scambio.

Questo avvicina Economiesuisse alle posizioni per le quali autonomiesuisse ha preparato il terreno. Nella prospettiva di un «pacchetto globale» con l’UE, autonomiesuisse, in una tavola rotonda con il presidente della Confederazione Ignazio Cassis, il 31 gennaio 2022, aveva evidenziato la necessità, ad esempio, di comitati misti e di un tribunale arbitrale neutrale senza il coinvolgimento della Corte di giustizia dell’Unione europea per la composizione delle controversie. L’adozione automatica del diritto comunitario comprometterebbe la competitività della Svizzera. Pertanto, si potrebbe considerare solamente l’adozione dinamica dei diritti con un equo opting-out secondo le regole dell’OMC. Per quanto riguarda la libera circolazione delle persone, non si dovrebbe applicare l’adozione dinamica dei diritti – e sicuramente non la Direttiva sulla libera circolazione dei cittadini UE. Diversamente, la prosecuzione dello status quo avrebbe più senso per il modello di successo svizzero rispetto all’integrazione istituzionale nell’UE. In questo caso, autonomiesuisse predilige un rapporto con l’UE che si fondi su un moderno accordo di libero scambio come il CETA tra il Canada e l’UE.