Frontex, l’agenzia europea della guardia costiera e di frontiera, può ricevere un contributo supplementare dalla Svizzera: così si è espresso l’elettorato locale il 15 maggio 2022. Nei Paesi della UE un tale referendum non sarebbe stato possibile. Molte cittadine e cittadini dell’Unione europea non hanno mai sentito parlare di Frontex. Conoscono meno quest’organizzazione rispetto agli svizzeri, ma sarebbero in linea di massima d’accordo su un suo potenziamento. È quanto emerge dallo studio «Frontex, Europa und die direkte Demokratie» («Frontex, l’Europa e la democrazia diretta»), commissionato all’istituto demoscopico GfS Bern da Luzius Meisser, co-presidente di autonomiesuisse e fondatore della Bitcoin Association Switzerland, insieme alla Stiftung für direkte Demokratie (Fondazione per la democrazia diretta). Al sondaggio hanno partecipato 13 610 cittadini aventi diritto di voto in 25 Paesi dell’Unione europea. Complessivamente, la maggioranza assoluta degli aventi diritto di voto ha un’opinione positiva sulla UE. La maggior parte degli intervistati, inoltre, si sente sicura, eccetto a Cipro. Tuttavia lo studio evidenzia anche un forte desiderio di votazioni popolari sia a livello nazionale sia a livello UE. Sotto quest’aspetto la Commissione europea non rappresenta gli interessi della propria popolazione, che spesso agirebbe in modo simile alla popolazione svizzera. Pertanto autonomiesuisse rifiuta altresì un recepimento dinamico del diritto europeo non legittimato dalla democrazia diretta. Per tale motivo la Svizzera deve dire chiaramente alla UE di non essere intenzionata ad aderire a un «accordo quadro 2.0». Cosa occorre? Un po’ di coraggio da parte delle autorità di Berna e del Consiglio federale.