Il percorso bilaterale rimane la soluzione più vantaggiosa per la Svizzera, scrive il Consiglio federale nel rapporto «Stato delle relazioni Svizzera-UE». Tuttavia, per l’UE questo percorso è praticabile solo a fronte di un «avvicinamento istituzionale» della Svizzera. In parole povere, ciò significa che l’UE vuole stabilire le condizioni quadro politiche della Svizzera, non tendendo conto dei processi di democrazia diretta. Mentre il Consiglio federale parla di un «partenariato» con l’UE, l’UE interpreta questo rapporto in termini evidentemente discordanti. Con le sue provocazioni e pretese, persegue una politica di potere finalizzata ai propri interessi che risulta poco collaborativa. autonomiesuisse accoglie con favore quando vengono compiuti dei primi passi in avanti nei colloqui esplorativi, soprattutto per quanto riguarda l’accordo sulla libera circolazione delle persone (accesso ai sistemi sociali, protezione dei salari). Ma questi progressi non bastano. Chi decide non dovrebbe perdersi intorno a considerazioni marginali, bensì lottare per la causa principale, ossia preservare il modello di successo svizzero. Un legame istituzionale con l’UE, che condiziona i diritti popolari e la sovranità della Svizzera, mette a rischio il nostro benessere. Un’adozione dinamica del diritto comunitario può essere presa in considerazione soltanto se con le votazioni popolari la Svizzera continuerà a disporre di un equo opting-out e se le controversie saranno risolte da un tribunale arbitrale indipendente. È bene che la Svizzera non prenda iniziative affrettate e dettate dalla pressione, perché potrebbero rivelarsi un colpo alle spalle. Per assicurare il futuro della Svizzera come la democrazia più antica, autonomiesuisse ha inviato ai media la propria valutazione del rapporto del Consiglio federale.