Il capitale più prezioso della Svizzera è la fiducia nel Governo da parte dei cittadini e delle cittadine con diritto di voto. Una fiducia che il Consiglio federale maltratta fino all’ultimo, approvando gli accordi quadro con la UE secondo il principio «Chiudiamo gli occhi e andiamo avanti».
In questo modo costringe la Svizzera ad accettare acriticamente leggi «made in Brussels», pena l’imposizione di sanzioni. Inoltre, su ogni votazione popolare svizzera pende una spada di Damocle, poiché la CGUE può annullarla dichiarandola «non conforme al mercato unico». Se prima la UE ci tormentava con degli aghi, ora può passare ufficialmente alle martellate. Per l’economia ciò significa prepararsi a un aumento di burocrazia.
È inquietante che il Consiglio federale attribuisca maggiore importanza ai singoli interessi periferici – o forse alle prebende dei suoi funzionari? – che non a oltre 150 anni di matura democrazia diretta. Ma ancor più inquietante è che il Consiglio federale sembri perdere il contatto con l’umore della popolazione. Perché l’Unione europea non è ben vista né ai panel imprenditoriali né alle conferenze cantonali.
autonomiesuisse si appella al Parlamento e alla popolazione affinché salvino il modello di successo della Svizzera, e chiede al Consiglio federale di prestare più ascolto alla popolazione svizzera che non ai funzionari di Bruxelles.