20. gennaio 2022

L’economia tedesca si rammarica per il gelo tra l’UE e la Svizzera

Quando il presidente della Confederazione nonché ministro degli affari esteri Ignazio Cassis arriva a Berlino il 20 gennaio 2022, viene sorpreso da un leggero vento in poppa che spira da una direzione inaspettata. Con una presa di posizione scritta, la Federazione dell’industria tedesca (Bundesverband der Deutschen Industrie, BDI) mostra infatti l’importanza delle relazioni economiche tra la Germania e la Svizzera. Come riportato in una relazione preliminare della NZZ, gli esponenti del mondo economico vedono delle soluzioni pragmatiche per molte delle divergenze tra i partner. La BDI lamenta che, dopo l’interruzione dei negoziati per un accordo quadro, siano già sopravvenute notevoli perturbazioni economiche. In considerazione della dinamica europea, occorre evitare «danni strategici». Secondo la BDI, l’opinione pubblica tedesca sottovaluta gli intrecci economici tra le imprese tedesche e svizzere. L’economia tedesca esorta entrambe le parti a riprendere rapidamente delle trattative costruttive e mette in discussione l’operato della Commissione europea rispetto, per esempio, all’esclusione della Svizzera dal programma di ricerca Horizon. Caldeggia inoltre il ripristino dell’equivalenza borsistica e una collaborazione in termini di approvvigionamento elettrico nell’ottica del Green Deal e di una trasformazione sostenibile. Nel complesso, questo documento a favore di un’«agenda positiva» indica che, rispetto ai rapporti tra Svizzera e UE, l’economia tedesca adotta una posizione pragmatica, identificando dei campi di azione in linea con quelli ad esempio di autonomiesuisse.