L’imperativo del momento: un team di negoziazione forte e tempo al tempo
Per trovare una buona soluzione per regolare i suoi rapporti con l’UE, la Svizzera deve darsi tempo, scrive nella NZZ il Prof. Dr. Giorgio Behr, presidente del Behr Bircher Cellpack BBC Group e co-presidente di autonomiesuisse. Benché l’analisi debba essere effettuata con rapidità, per il prossimo negoziato bisogna dare tempo al tempo. Siccome le trattative potrebbero andare a monte, la Svizzera dovrebbe prepararsi a vivere anche senza una «nuova soluzione» con l’UE. Secondo Behr, la Svizzera – indipendentemente dalle procedure nella UE e con l’UE – deve iniziare a migliorare la propria situazione su tre importanti fronti: mercato energetico, accordi di ricerca e riconoscimento reciproco delle autorizzazioni. Per le autorizzazioni dei prodotti nell’UE, la soluzione per Behr è semplice: con una società affiliata nell’UE, l’organo di omologazione elvetico potrebbe certificare i prodotti applicando la stessa procedura per l’UE e la Svizzera. Per le trattative serve un gruppo di lavoro forte, rimarca Behr, evitando azioni individuali da parte dei singoli dipartimenti. E chiede un team negoziale permanente che insista su tre punti: nessuna attuazione automatica del diritto UE, un vero tribunale arbitrale in caso di controversie, un dare e avere in molte questioni. Allo stesso tempo, i contributi di coesione potrebbero proseguire in una misura negoziabile. «Siamo tutti chiamati ad agire coesi durante le trattative, senza colpire alle spalle il team di negoziazione o il Consiglio federale», conclude Behr.