Ogni volta che l’UE attacca la Svizzera, la Svizzera si fa prendere dal panico. Il settore medtech locale sembrava in coma quando l’UE, a maggio 2021 – contrariamente a tutti gli accordi – ha reso unilateralmente più difficile l’accesso al suo mercato interno. I sostenitori dell'accordo quadro temevano che, senza un accordo quadro, le concorrenti europee avrebbero ostacolato le nostre aziende. Markus Somm ha appena valutato questo settore nel «Somms Memo» della rivista «Nebelspalter». Il risultato: l’UE si è, più che altro, data la zappa sui piedi. Le aziende medtech svizzere, infatti, nel primo semestre del 2022 hanno aumentato i loro fatturati, anche nell’UE. Secondo l’associazione di categoria Swiss Medtech, le aziende stanno andando a gonfie vele. L’industria medtech europea, invece, sta soffrendo per la transizione alla nuova normativa europea. L’85% dei suoi prodotti non è ancora certificato. E i tempi per la certificazione sono raddoppiati fino a 18 mesi, come denuncia MedTech Europe. La metà delle aziende dell’UE sta pertanto valutando di dare priorità alla certificazione e alla vendita dei propri prodotti in altri mercati per il futuro. Mentre le concorrenti europee sono in fila presso gli organismi di prova, le aziende svizzere tormentate hanno già da tempo i loro certificati in mano. Le conclusioni di Swiss Medtech parlano da sole: «Adesso siamo addirittura in vantaggio rispetto alla media delle aziende dell’UE».