25. settembre 2024

Le leggi dell’UE sono invasive per la Svizzera?

Il Dr. Hans-Jörg Bertschi, presidente del CdA del Bertschi Group e co-presidente di autonomiesuisse, Urs Wietlisbach, cofondatore del Partners Group e di Kompass/Europa, Nicola Forster, giurista ed ex presidente del GLP di Zurigo, e Stefan Brupbacher, direttore di Swissmem si sono incontrati il 25 settembre 2024 a Nottwil durante la tavola rotonda moderata da Reto Brennwald «Svizzera - EU: quale aspetto dovrebbe avere la via bilaterale?».

«L’UE ha un numero di leggi quattro volte superiore a quello della Svizzera. Ed è molto più giovane», ha detto Wietlisbach. «Perché dovremmo adottare questa montagna di leggi con l’accordo quadro 2.0?», si è chiesto. Gli Stati Uniti e la Cina hanno esportato con successo nell’UE senza neanche pensare a queste leggi contorte.

Bertschi ha sottolineato che il vantaggio di un «accesso privilegiato al mercato» nell’UE è minimo. «I prodotti innovativi sono molto più importanti. E questi nascono quando le condizioni quadro sono corrette. Abbiamo bisogno di regole migliori, non delle stesse dell’UE». Inoltre, è sbagliato parlare di «Bilaterali III». Perché non si tratta di un accordo alla pari. L’UE usa il termine «accordo istituzionale».

Brupbacher ha riferito di aver sperimentato l’assurdità di Bruxelles in varie sessioni, ma che firmerà comunque l’accordo quadro con l’UE: «Non è vero che dobbiamo adottare centinaia di leggi. Alcune possiamo anche rifiutarle.» Ma a irritarlo ancora di più è il fatto che, spesso, i legislatori svizzeri aumentano inutilmente la densità normativa senza ricevere alcuna pressione dall’esterno.

Forster cita l’esempio del settore della tecnologia medica per dimostrare quanto l’UE possa esercitare una pressione efficace, quando la Svizzera non segue il suo esempio. La sola Ypsomed ha 40 collaboratori che si occupano delle valutazioni di conformità per l’UE. Wietlisbach però controbatte: «Il prezzo delle azioni di Ypsomed è salito rapidamente e quel settore ha creato posti di lavoro.»