Praticamente nessuno si è occupato così tanto intensamente dell’accordo quadro tra Svizzera e UE quanto «Carl il Grande» (testuali parole della «NZZ»). E nessuno conosce il diritto comunitario quanto il Prof. Dott. Carl Baudenbacher, per tanti anni Presidente della Corte di giustizia dell’AELS in Lussemburgo. Nel suo libro «Das Schweizer EU-Komplott» (Il complotto svizzero dell’UE) descrive la motivazione della «cerchia elvetica di ufficiali del dipartimento degli affari esteri, politici, funzionari delle associazioni, esponenti dei mass media e professori». Il loro desiderio? «L’ingresso della Svizzera nell’Unione Europea.» In un’intervista rilasciata a «Blick», Baudenbacher ritiene che l’accordo quadro sia «mal impostato». In caso di controversie tra la Svizzera e Bruxelles, l’ultima parola spetterebbe alla Corte di giustizia dell’Unione europea – cioè il tribunale della controparte. Baudenbacher lo ritiene «contrario al diritto internazionale». Secondo la sua opinione, un tale modello di tribunale arbitrale era stato ideato per Ucraina, Moldavia e Georgia. Cosa propone Baudenbacher? «Un annullamento della procedura. Se il Consiglio federale sottoscrivesse l’accordo e poi la votazione popolare andasse a monte, ci troveremmo nel caso peggiore.» Sarebbe meglio analizzare i possibili scenari, senza precludersi alcuna interpretazione.