18. gennaio 2021

Un ex diplomatico: perché i britannici hanno negoziato meglio

È possibile paragonare l’accordo di Brexit con l’accordo quadro Svizzera-UE? «Sotto diversi aspetti i due accordi differiscono sensibilmente. Ma alcuni elementi possono essere paragonati», ammette l’ex diplomatico Paul Widmer in un commento sull’«NZZ». Entrambi gli stati perseguono un accesso vantaggioso al mercato interno dell’UE (…). Ed entrambi, secondo Widmer, «si trovano ad avere a che fare con un partner negoziale che ha ripetutamente dichiarato di non voler rinunciare alla rispettiva offerta». Il divieto di confronto è stato posto per un preciso motivo: «La Svizzera se la cava male» – nella sostanza, ma anche nello stile. Boris Johnson ha giocato il tutto per tutto nonostante la Gran Bretagna, a differenza della Svizzera, in caso di fallimento dei negoziati sarebbe restata priva di un trattato. «Se i nostri negoziati dovessero fallire, resterebbero in vigore 120 accordi bilaterali.» Il Consiglio federale si è accontentato troppo in fretta di piccole concessioni, continua Widmer in modo critico. L’errore fatale lo ha commesso a giugno 2019, quando ha accolto con favore la bozza dell’accordo esigendo solo piccole modifiche in fatto di protezione dei salari, accesso ai sussidi sociali e aiuti di stato ed evitando di menzionare i problemi fondamentali, vale a dire l’adozione dinamica dei diritti e il ruolo della Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE) in caso di controversie. In qualità di candidato al Consiglio federale, Ignazio Cassis aveva citato la necessità di effettuare un reset completo ma, conclude Widmer: «Purtroppo fino a oggi non l’ha fatto. Eppure sarebbe stato l’unico modo per salvare l’accordo quadro.»