Per vent’anni il PS, il PPD e il PLR hanno sostenuto i patti bilaterali tra la Svizzera e l’Unione Europea attraverso sette votazioni. Ma sull’accordo quadro questa alleanza va in frantumi, come scrive l’«Aargauer Zeitung». L’accordo penderebbe «come un’ombra oscura» sulle elezioni 2023. Da un lato, in tutti e tre i partiti si stanno sollevando anche internamente critiche all’accordo quadro. Dall’altro, è sempre più probabile che la segretaria di Stato Livia Leu ottenga risultati sull’accordo quadro non realmente convincenti per il Consiglio federale, che passerebbe la «patata bollente» al Parlamento, deputato a deliberare sul tema. Nella primavera 2023, sei mesi prima delle elezioni, l’accordo quadro sarà sottoposto al giudizio popolare sotto forma di referendum obbligatorio. «Si prevede una bocciatura», analizza l’«Aargauer Zeitung». Uno scenario che i presidenti di partito temerebbero «come il diavolo l’acqua santa». Essi, pertanto, pretendono che il Consiglio federale prenda chiaramente posizione.