05. settembre 2025

CGUE: l’elefante pesta i piedi nel nostro giardino?

Il ruolo della Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE) negli accordi quadro con l’UE è un «elefante nella stanza», che il Consiglio federale preferisce ignorare. E quando è costretto a parlarne, allora lo sminuisce.

Mentre il Consiglio federale annuncia candidamente che gli accordi definiscono con estrema precisione la misura in cui si estende il potere della CGUE, la situazione suona ben diversa quando l’«NZZ» interpella un esperto tedesco.

Frank Schorkopf, professore di diritto pubblico all’Università di Gottinga, ha studiato in dettaglio gli accordi con l’UE. Per lui è chiaro che la CGUE rappresenta un «motore per l’integrazione» che mira a un’unione sempre più stretta dell’Europa. L’obiettivo è quindi quello di allineare la Svizzera all’UE su tutti i fronti. Pertanto, la Svizzera ha una posizione debole all’interno del tribunale arbitrale – le decisioni due a uno sembrano inevitabili: «Il presidente e il rappresentante dell’UE possono anche pronunciarsi contro il giudice svizzero», afferma Schorkopf.

Evidenzia, inoltre, che l’UE considera il cittadino «fondamentalmente come una creatura vulnerabile che va protetta dai rischi». «Ecco cosa deve aspettarsi la Svizzera», ribadisce il professore.

L’elefante CGUE difficilmente si accontenterà di qualche briciola di formaggio, ma preferirà darsi alla caccia di frodo con creatività nel giardino della Svizzera.