26. aprile 2021

L’UE gioca con le carte truccate

Venerdì 23 aprile 2021, il presidente della Confederazione Guy Parmelin ha dichiarato che le differenze tra l’UE e la Svizzera in merito all’accordo quadro sono troppo profonde. Ma quali obiettivi ha effettivamente perseguito il Consiglio federale nei negoziati? Era sempre stato reticente in merito, ripetendo costantemente che si trattava solo della protezione dei salari, della direttiva sulla libera circolazione dei cittadini UE e degli aiuti di stato. E intanto i media criticavano la Svizzera per non aver mai presentato proposte alla Commissione UE. Nel frattempo, si può parlare di «fake news» da Bruxelles, poiché il «Tages-Anzeiger» rende note le richieste del Consiglio federale, e sembra proprio che la Svizzera le abbia comunicate sia oralmente che per iscritto. Quanto agli aiuti di Stato, sembra imminente un accordo tra Berna e Bruxelles. Ma l’UE era disposta a fare concessioni solo «a condizione che prima venissero risolti gli altri due punti». In parole povere, l’UE è stata intransigente: la Svizzera dovrebbe rinunciare alla protezione dei salari e accettare la direttiva sulla libera circolazione dei cittadini UE. Proprio sull’ultimo punto divergono maggiormente le opinioni. La Svizzera ritiene che la libera circolazione delle persone sia limitata ai lavoratori e alle loro famiglie. E invece l’UE vuole imporre il suo concetto di cittadinanza dell’Unione: questo darebbe a tutti i cittadini dell’UE il diritto di soggiorno permanente in Svizzera, compresi i sussidi sociali – anche se non vi hanno mai lavorato. Nonostante le posizioni ampiamente divergenti, la Commissione della politica estera del Consiglio nazionale esorta il Consiglio federale a proseguire i colloqui con Bruxelles. Questo porta autonomiesuisse alla seguente constatazione: sembra che nemmeno i circoli politici entusiasti dell’UE la prendano più in parola. L’UE, infatti, già due anni fa sosteneva che non fossero più possibili altri negoziati in merito all’accordo quadro.