30 anni dopo il «no» dell’elettorato svizzero al SEE, i giovani svizzeri provano indifferenza nei confronti dell’UE. Come segnala la «SRF», infatti, i giovani tra i 18 e i 34 anni costituiscono la fascia di età più scettica per quanto riguarda l’UE. Quattro su cinque (77,9 percento) sono nettamente favorevoli a far procedere la Svizzera da sola. Solo il 6,5 percento dei giovani adulti sta ancora valutando la possibilità di aderire all’UE. Sembra proprio che, in 30 anni, lo stato d’animo si sia spostato di 180 gradi. All’epoca, oltre la metà (59,2 percento) della popolazione giovane svizzera riteneva interessante l’adesione all’UE. Il geografo politico Michael Hermann spiega che allora l’Europa era considerata una «sorta di luogo idilliaco»: «Una parte della popolazione desiderava un’apertura dopo gli anni della guerra fredda, per molti si trattava di una fuga dalla prigione, come sosteneva Friedrich Dürrenmatt.» Se alcuni dei «veterani» della politica guardano ancora di riflesso a Bruxelles prima di ogni decisione, si allontanano sempre di più dall’atteggiamento nei confronti della vita della popolazione svizzera più giovane.