23. gennaio 2021

Il nuovo presidente della CDU critica la democrazia diretta

Il nuovo uomo forte del partito più influente d’Europa, il presidente confermato della CDU Armin Laschet, critica da anni la democrazia diretta in Svizzera. Come riferisce l’«Aargauer Zeitung», è contento che la Germania abbia una «Costituzione molto più intelligente». Su tutti i canali ha già messo in guardia nei confronti del voto sui diritti fondamentali. «Per fortuna» la Legge fondamentale tedesca non lo permette. Le «questioni complesse» non si possono risolvere con il voto. Dopo il recepimento dell’iniziativa popolare contro l’immigrazione di massa del 2014, Laschet ha dichiarato al «Rheinische Post», riferendosi alla Svizzera: «Chi si esprime contro i tedeschi e gli altri cittadini dell’UE non può trarre profitto dagli affari con la Germania.» Cosa pensa autonomiesuisse di questa propaganda psicologica? Laschet lascia trasparire la sua concezione di essere umano: ritiene che le opinioni dei politici professionisti valgano di più rispetto a quelle della popolazione. Nel contempo, sembra sottrarsi da un ampio discorso politico, rivelando altresì una conoscenza piuttosto scarsa della politica economica. Che la politica diretta, infatti, sia «non solo valida, ma migliore» rispetto alle «alternative realistiche» è «ampiamente dimostrato a livello teorico ed empirico», come scrive ad esempio il Prof. Dr. Reiner Eichenberger, professore di economia all’università di Friburgo, in una raccolta di colleghi austriaci (2019). Sta di fatto che, quanto a competitività e benessere, la Svizzera è in vantaggio su tutta l’Europa. Le dichiarazioni di Armin Laschet sono un motivo in più per non firmare il presente accordo quadro con l’UE, che comprometterebbe la sovranità svizzera e i diritti democratici diretti. Se si suppone che i giudici della Corte di giustizia dell’Unione europea concepiscano la politica come Laschet, sarebbe ingenuo sperare in una sentenza «equilibrata» in caso di controversie giuridiche.