16. ottobre 2025

Perché gli euroentusiasti hanno i nervi scoperti?

Il più fervente sostenitore degli accordi quadro con l’UE è Simon Michel, imprenditore e consigliere nazionale del PLR. Basta la più piccola critica all’accordo quadro per innervosirlo. Dopo aver letto sulla «NZZ» che l’ex consigliere federale, imprenditore ed ex presidente di Swissmem Johann Schneider-Ammann ha stroncato l’accordo quadro, Michel si è affrettato a scrivere su LinkedIn: «Chi conosce JSA sa che a) non la pensa così e b) per motivi di salute non è più assolutamente in grado di scrivere in questo modo.» Un’insinuazione grave sia verso l’ex consigliere federale sia verso la «NZZ». L’«Aargauer Zeitung» ha replicato che è stato invece Schneider-Ammann in persona a scrivere quel commento.

Non è così che ci si scusa

Sebbene Simon Michel abbia rimosso il suo post e abbia dichiarato di voler parlare con Schneider-Ammann, non è questo il modo di scusarsi. Come infatti scrive la «Weltwoche», in una risposta via e-mail egli si esprime senza remore contro gli esponenti del mondo economico che criticano l’UE: «JSA [Johann Schneider-Ammann] e Giorgio [Behr] sono realmente più competenti in materia? Quanto sono ancora operativi entrambi? Quanto è mai stato operativo Ammann? Ammann non è un esportatore. Giorgio è sempre stato alla guida di gruppi industriali posizionati a livello globale, che già da molti anni hanno omologato i propri prodotti nell’UE e che dal punto di vista regolatorio non sono nemmeno più imprese svizzere.»

Ci si chiede se Simon Michel sia in grado di valutare gli ampi accordi quadro con l’UE quando non riesce nemmeno a recuperare informazioni di pubblico dominio su noti imprenditori come Johann Schneider-Ammann e il Prof. Dr. Giorgio Behr. Quest’ultimo ha dovuto richiedere autorizzazioni nell’UE per molte delle sue PMI.

Scarsa lungimiranza

Nel mondo dell’economia, neanche altri sostenitori dell’accordo brillano particolarmente per lungimiranza. Per esempio Suzanne Thoma, che è a capo di Sulzer, elogia gli accordi quadro definendoli imprescindibili. Tuttavia, quando era CEO di BKW aveva definito «imprescindibile» anche la dismissione della centrale nucleare di Mühleberg – cosa che oggi considera un errore. Spinta dalla frenesia degli acquisti, aveva incorporato in BKW una pletora di aziende commerciali. Aziende di cui ora il gruppo deve liberarsi perché «non producono nient’altro che spese.»

Eppure Peter Gehler, imprenditore e consigliere di amministrazione, continua a ripetere su LinkedIn: «Sono dalla parte di Thoma.» Chi esprime dubbi sull’utilità degli accordi quadro viene da lui bollato come «isolazionista» e «detrattore». L’intervento dell’ex consigliere federale Johann Schneider-Ammann è stato da lui definito «ottuso narcisismo e formalismo giuridico».

A essere ottuso è invece l’atteggiamento di chi si trincera dietro gli studi commissionati dalla Confederazione e accordi lunghi migliaia di pagine, anziché spiegare tranquillamente all’UE perché una Svizzera prospera e indipendente potrebbe essere nell’interesse anche di Bruxelles.