27. marzo 2021

L’accordo quadro sull’orlo del collasso: tre insegnamenti

Il Consigliere federale Ignazio Cassis potrebbe presto cercare un dialogo sull’accordo quadro con l’UE ai livelli più alti, scrive l’ex diplomatico Paul Widmer nel settimanale NZZ am Sonntag. Non si aspetta molto da esso. Le divergenze sono troppo grandi. Dopodiché Cassis proporrà probabilmente al Consiglio federale in corpore di effettuare un reset completo. «Tuttavia, non si dovrebbe umiliare ulteriormente l’UE con un dibattito spietato in Parlamento e un no popolare», consiglia Widmer: «Ora il compito più urgente della diplomazia è trovare una formulazione rispettosa per l’interruzione.» Dopo l’insuccesso dei negoziati con l’UE, esprime tre requisiti: «Giù le mani da qualsiasi trattato che espanda la sciagurata clausola ghigliottina! Nessuna adozione dinamica dei diritti senza una clausola di salvaguardia praticabile! E nessun trattato che dia alla Corte di giustizia dell’Unione europea la parola decisiva!». Infine, Widmer chiarisce che tutti gli accordi bilaterali continueranno ad essere applicati. Anche l’UE potrebbe essere interessata a nuovi trattati. Tuttavia, dal punto di vista della Svizzera, la loro importanza sta diminuendo. In passato la Germania era il più importante mercato di vendita, ma ora è un testa a testa con gli Stati Uniti. E l’anno scorso le esportazioni verso la Cina hanno superato per la prima volta quelle verso l’Italia e la Francia. Secondo Widmer, la Svizzera dovrebbe esaminare a medio termine anche modelli come un accordo di libero scambio simile al modello canadese. E a lungo termine, non è da dimenticare che il rapporto con l’UE non riguarda solo l’economia, ma anche «uno Stato indipendente».