L’imprenditore Prof. Dott. Giorgio Behr, co-presidente di autonomiesuisse, è «l’ultimo guerriero dell’economia svizzera»?» Se l’è chiesto lo «Schaffhauser AZ». Behr fa presente che solo in autonomiesuisse sono coinvolti circa 900 altri imprenditori. In associazioni come Economiesuisse, a parlare sono soprattutto i dipendenti, e praticamente nessun imprenditore.
L’essenziale in breve
Ma quali sono le argomentazioni contro gli accordi quadro con l’UE? «Behrix» riassume l’essenziale in breve: «Negli ambiti regolamentati di recente dagli accordi, rinunciamo alla codecisione democratica. Dovremo sostenere considerevoli costi aggiuntivi, non solo come contributi alla coesione, ma anche per il potenziamento dell’amministrazione e la partecipazione ai costi normativi dell’UE. Inoltre, l’estensione della libera circolazione delle persone favorirebbe l’immigrazione nei nostri sistemi sociali.»
All’economia non serve un accordo quadro
«La Svizzera importa dall’UE molto più di quanto non esporti verso l’UE. Inoltre, l’economia ha già accesso al mercato interno che il Consiglio federale vuole assicurarsi con il nuovo pacchetto di accordi, dai tempi dell’accordo di libero scambio del 1972», afferma Behr.
Perché il Consiglio federale vuole gli accordi?
Se gli accordi sono davvero pessimi, perché il Consiglio federale vuole stipularli? Non se lo chiede solo lo «Schaffhauser AZ». Behr spiega il contesto di base: «Ho rappresentato la Svizzera all’ONU e all’OCSE e so come funzionano questi organismi internazionali. La maggior parte delle persone, a parte alcuni segretari di Stato, non lo sa. Inoltre, bisognava produrre migliaia di pagine a ritmi frenetici. La versione tedesca non corrisponde sempre a quella inglese. Mi chiedo semplicemente se qualcuno abbia una visione d’insieme. Probabilmente nemmeno il Consigliere federale responsabile.»
Behr ha una visione d’insieme? «No, ma riesco a seguire i punti rilevanti per un imprenditore come me, e posso dire che quello che ci viene detto non è vero.»